Il parco, creato per desiderio di Gian Galeazzo Visconti alla fine del XIV secolo, si estendeva su un’ampia superficie a nord del Castello, ed era formato da una parte a giardino e da un'area coltivata. A partire dal 1457 venne ampliato da Carlo da Cremona per Francesco Sforza, fu quindi cintato e popolato per volere del Signore di Milano, grande appassionato di caccia, di caprioli, cervi, lepri, fagiani e pernici. Tutti questi animali furono fatti portare a Milano dalle zone di Varese, del Seprio e del lago di Como. Al vero parco di caccia, o “barcho” , erano affiancati una parte a giardino dotata di una peschiera, e vasti campi coltivati a frumento, miglio, segale e avena. Non mancava la zona destinata a frutteto.
Sotto il regno di Ludovico il Moro, nel momento di massimo fulgore della vita di corte, addirittura Leonardo da Vinci era incaricato di organizzare cerimonie e feste nel “barcho” ducale.
Dopo la caduta degli Sforza e l’arrivo successivo degli Spagnoli nel Cinquecento, l’ampia area cadde in abbandono. Su parte di essa furono edificate le fortificazioni spagnole.
Per secoli l’antico parco ducale fu adibito a piazza d’Armi per le guarnigioni straniere.
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